QUALCOSA SU ME.

Ho iniziato da piccolo a cavalcare ed è stato subito amore. Mio padre mi comprò una cavallina San Fratellano che mi regalò tante soddisfazioni. Purtroppo dopo 2 anni mi è stata rubata e decisi di lasciar perdere l'equitazione. Passarono gli anni ma mi mancava il coraggio di chiedere ai miei di ritornare in un maneggio. Fin quando, oggi, più indipendente ho deciso di riprovare a cavalcare. Inaspettatamente ho ritrovato il feeling che credevo di aver perso e sono stato ritravolto immeditamente da questa passione. Adesso non passo fine settimana senza i miei amici giganti. Purtroppo il lavoro e gli impegni non mi permettono di cavalcare infrasettimana, ma non appena ho la possibilità è la prima cosa che faccio.

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Ritorno alle origini.

Ritmi stressanti, caotici e poco umani. Biologicamente insostenibili. Probabilmente è una delle cause per cui il fine settimana facciamo di tutto per evadere ognuno dalla proprio realtà cimentandoci nel proprio hobby e passione. Ma ciò di cui in realtà abbiamo bisogno è un contatto con la natura nel senso più totale del termine. Quindi il bisogno di scandire il nostro tempo con ritmi naturali e ritrovare le nostre origini in un'attività che ci appartiene da migliaia di anni. L' Equitazione.

Il Cavallo. L'amico gigante che ha scritto la storia e visto cambiare il mondo!

Prima al posto dei trattori nelle campagna. Poi in guerra, affidabile destriero con cui vincere e conquistare. Adesso per sport o per passione. Ma la sua rassicurante presenza c'è stata e c'è.

 Wikipedia dice:

L'equitazione è una delle attività più antiche a cui si è dedicato l'uomo. Il primo manuale a noi pervenuto fu redatto dal mitanno Kikkuli, nell'anno 1.350 a.C.: La cura e l'alimentazione del cavallo da carro. Invece, il più antico e più noto manuale in cui è trattato anche il modo di montare a cavallo è Sull'equitazione di Senofonte.

Nella storia greca e romana chi sapeva equitare acquistava un "valore aggiunto" nelle società. Da allora in poi il titolo di cavaliere divenne espressione di nobiltà, ma anche, per contro, nei secoli successivi, i nobili furono costretti ad imparare l'"arte di equitare" per partecipare alla vita politica e militare.

L'approfondimento tecnico dell'arte di montare a cavallo fu ovviamente sempre appannaggio della cavalleria e per questo motivo chi ha scritto libri di tecnica equestre (Grisone, Fiaschi, Pignatelli, Mazzuchelli, Caprilli, ecc.) è spesso collegato all'ambiente militare. Non vi è altra attività dell'uomo in cui, nel corso dei secoli, siano stati scritti tanti testi di approfondimento. Ma il rapporto che si stabilì nei secoli tra uomo e cavallo, si modificò gradualmente nell'ultimo periodo storico, da quando cioè il motore a scoppio trasformò il modo di viaggiare e il modo di fare la guerra. Dal novecento in poi l'equitazione perse la propria importanza utilitaristica e si trasformò in attività solamente ludico-sportiva.

 

Sull'equitazione, scritto nel 350 a.C. circa da Senofonte è probabilmente uno dei primi trattati sull'equitazione nel mondo occidentale. In quest'opera, Senofonte illustra la selezione, la gestione e l'addestramento dei cavalli, sia per uso militare che per lavoro. Una delle qualità più importanti del cavallo, scrive Senofonte, è di avere una schiena muscolosa. L'importanza di questa caratteristica anatomo-funzionale è stata recentemente rivalutata.

Il trattato di Senofonte è anche considerato uno dei primi lavori che descrivono i principi del dressage classico, compreso la raccomandazione di utilizzare una tecnica di addestramento senza dolore.

Wikipedia sui cavalli:

I presunti progenitori del cavallo sono apparsi sulla Terra circa 55 milioni di anni fa. Gli evoluzionisti hanno una buona conoscenza del processo evolutivo che ha portato alla specie attuale. Gli studi sui fossili dimostrano che il probabile progenitore dell'odierno cavallo era l'Hyracotherium, d'altezza non superiore a 30–40 cm al garrese e con arti di almeno 4 dita; il suo habitat naturale era la foresta ed aveva una dentatura tipica degli onnivori. Durante il processo evolutivo, i suoi discendenti si adattarono progressivamente alla condizione di erbivori stretti e alla vita nelle praterie; la statura aumentava, gli arti diventavano più lunghi, diminuiva il numero delle dita e i denti si modificavano progressivamente aumentando in lunghezza e nei caratteri della superficie masticatoria. Il cavallo odierno, Equus caballus, e gli altri appartenenti del genere Equus poggiano sull'unico dito rimasto loro: il medio.

In America, il cavallo si estinse in epoca preistorica, contemporaneamente ad altri grandi mammiferi; fra le ipotesi per tali estinzioni, il disturbo antropico costituito dalla caccia da parte dell'uomo.

Sopravvissuto in Europa e Asia, la prima evidenza storica dell'addomesticamento del cavallo si ha in Asia Centrale verso il 3000 a.C. Infatti in Asia centrale e meridionale il cavallo fu addomesticato dagli allevatori nomadi del popolo dei mongoli, seguaci del famoso Gengis Khan, che diede vita al suo impero proprio grazie alla forza e all'astuzia dell'esercito di guerrieri a cavallo.[1]
Secondo altri studiosi, l'addomesticamento risale a 6000 anni fa nell'Età del rame presso la cultura di Sredni Stog fiorente in Ucraina.[2]

Un progenitore dei cavalli attuali è considerato il tarpan, un cavallo selvatico europeo ufficialmente estinto tra il 1918 e 1919.

BENVENUTI NEL MIO SITO DEDICATO A QUESTI MAGNIFICI ANIMALI.

SPERO, ATTRAVERSO I CONTENUTI,  DI CONDIVIDERE LE MIE ESPERIENZE NON SOLO CON APPASSIONATI MA ANCHE DI COINVOLGERE CHI I CAVALLI NON CONOSCE MA VORREBBE AVVICINARSI E NON HA AVUTO ANCORA IL CORAGGIO O LO STIMOLO.

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